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Spettacoli da vivere

Teatro Bellini
Tante esperienze teatrali da vivere

Diversi percorsi turistici-teatrali incentrati su tematiche differenti che culminano con uno spettacolo in uno dei teatri più antichi di Napoli, il Teatro Bellini nel cuore del centro storico della città.

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Spettacoli da vivere: Teatro Bellini
Diversi percorsi turistici-teatrali incentrati su tematiche differenti.

  • “Feste” – di Familie Flöz –  Dal 25/04/2023 al 30/04/2023 al Teatro Bellini

In una maestosa villa sul mare, tutto è pronto per la celebrazione di un matrimonio e della conseguente festa. Dietro la villa, si nasconde un cortile, sporco e caotico, dove il personale lavora senza sosta per cucinare, preparare, sorvegliare, pulire, ordinare.
In un poetico equilibrio fra tragedia e comicità, gli adorabili personaggi di FESTE fanno del loro meglio per assicurare l’approvvigionamento e il perfetto funzionamento della magnifica casa sul mare. Condannati però a rimanere fra i deboli e i vinti, lottano per la loro dignità e il rispetto da parte dei ricchi padroni.
Ma improvvisamente il mare scompare, lasciando solo un deserto di sabbia e pietra. Per un momento, tutto si ferma. La musica, tuttavia, suona ancora e ancora più forte, perché la celebrazione dell’amore deve continuare con tutti i mezzi. FESTE è una favola per adulti senza parole. Una storia tragicomica sul perseguimento della felicità individuale, dietro la quale c’è di più. Come negli angeli di Klee, le maschere testimoniano con la loro silenziosa immobilità l’impetuosa follia del progresso.

– Familie Flöz è una compagnia di teatro internazionale originaria di Essen e attualmente operante a Berlino. È famosa per i suoi spettacoli del tipo introspettivo, articolati attraverso discipline teatrali plurime quali: il teatro di figura, il teatro di maschera, la danza, le acrobazie, la magia e l’improvvisazione. Un tratto peculiare della compagnia è quello di sperimentare costantemente forme artistiche e linguaggi nuovi, introducendo rinnovamenti artistici e ampliando le forme di espressione corporea. Le sue piéces ruotano attorno ad un tema dal quale originano processi di riflessione creativa, si confrontano le innumerevoli sfaccettature del mondo e lo si fa attraverso l’utilizzo delle maschere. Gli attori, interpreti della compagnia, si fondono in simbiosi con la maschera in un vero e proprio processo di sviluppo costruttivo capace di rivelare le profondità dell’animo umano. Volti rigidi e stralunati salgono sul palcoscenico e si animano davanti agli occhi del pubblico, trasportandolo in un universo bizzarro dove comico e tragico si fondono e diventano poesia.

 

  • “L’uomo più crudele del mondo” – con Lino Guanciale e Francesco Montanari dal 02-14/05 al Teatro Bellini
«Fino a dove può spingersi la crudeltà dell’uomo? Qual è il limite che separa una brava persona da unabestia? A cosa possiamo arrivare se lasciamo prevalere l’istinto sulla ragione? Queste domande mi hanno guidato durante la stesura del testo e, successivamente, nella direzione degli attori. Volevamo che il pubblico fosse costantemente destabilizzato e non avesse certezze, che si calasse insieme ai personaggi in un viaggio in cui il rapporto tra vittima e carnefice è di volta in volta messo in discussione e ribaltato. La “feccia” di cui parlano i protagonisti non è visibile nella scena, fatta essenzialmente di luci fredde e asettiche, ma deve emergere gradualmente fino al finale, in cui speriamo che il titolo dello spettacolo possa diventare nella testa degli spettatori non più un’affermazione ma una domanda per riflettere sulla natura del genere umano.»

Scritto e diretto da Davide Sacco, interpretato da Lino Guanciale e Francesco Montanari, L’uomo più crudele del mondo è una acuta riflessione sul senso di giustizia e di morale che caratterizza la vita degli individui. Un gioco di potere tra vittima e carnefice, che vede il più forte, Paul Veres, scagliarsi contro il più debole, il giornalista, in uno scontro verbale e fisico costruito magistralmente dalla penna dell’autore. Indaga i labirinti oscuri della nostra mente, il confine tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, bene e male, invitando gli spettatori a ripensare le forme di crudeltà dell’uomo. Fino a che punto questa può spingersi e in che forma gli istinti malsani prevalgono sulla ratio di ogni singolo io? Un gioco malvagio e immorale che sfida ogni etica e si staglia in uno scontro senza limiti.

 

  • Sei personaggi in cerca d’autore” – di e con Valerio Binasco dal 16 al 28 maggio

– Sul testo di Luigi Pirandello, Valerio Binasco porta in scena un classico del teatro, Sei personaggi in cerca d’autore, e lo fa tenendo fede alla dialettica tra testo e messa in scena e tra personaggio letterario e la sua realizzazione scenica. Sul palcoscenico irrompono sei individui che chiedono al Capocomico di inscenare il loro dramma, dando loro il senso di una vita artistica. In una serie di eventi sfortunati che colpiscono la famiglia, si apre un contrasto insanabile tra le parti che vede il fallimento della rappresentazione a teatro. È troppo artificiosa, non rispecchia i sentimenti e le emozioni provate da chi ha vissuto queste esperienze. È un dramma perché termina con un evento inaspettato.

Pirandello appartiene a quella corrente culturale che ha impresso forti cambiamenti nel complesso del teatro. Parliamo degli anni ’20 del ‘900, in cui si inizia a far convergere la regia verso il vero centro dell’operazione teatrale. Questi ha sperimentato, insieme a Brecht, un nuovo modello costruttivo della drammaturgia che imprime un carattere di fondamentale importanza alla regia. Ciò che avviene in questo dramma è la rottura della quarta parete, ovvero quella che separa gli attori dagli spettatori, e si entra nel vivo del fare teatro perché si assiste a tutto il lavoro che si svolge alle spalle del sipario. Esempio lampante di metateatro, ha come protagonista un regista che decide di fare uno spettacolo, e da ciò emergono le dinamiche quasi anomale che legano regista e attore, ma anche teatro e compagnia.

 

 

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